Dall’antico ponte sul fiume Varrone, il percorso piega a destra (Via Pietro Giglio), fra edifici un tempo usati come opifici, e si dirige verso il dosso del Castello, cui si perviene salendo una bella gradonata fra alte mura di cinta.
Il borgo del Castello è immutato nella sua raccolta immagine medioevale: viottoli, scuri angoli fra i corpi edilizi, rustici portoni in legno, nicchie dove zampilla una fonte, muri in pietra. Una torre quadrata si erge sulle case, memoria dell’antico ‘castrum de Orezia’, visitabile nei weekend da Pasqua a fine settembre. Attigua è la chiesa di S. Leonardo. Lasciato Castello passato dal lavatoio si torna sulla strada asfaltata.
Si sottopassa la provinciale per Vestreno e si giunge alla rotatoria ‘dei tre cipressi’ da dove sbuca il tunnel di raccordo con la S.S. 36. Si prosegue dritto in lieve discesa per Via al Monastero (alt. 276). L’urbanizzazione e l’insistente superstrada hanno sfigurato il contesto agricolo di questa zona, detta Chiari, un tempo nobilitata dalla presenza di un monastero, oggi riconvertito a residenza privata.
Lasciato finalmente l’accostamento alla superstrada si torna al piacere del paesaggio di lago. Il sentiero è indirizzato da due muretti in pietra e lento scende verso Corenno Plinio, il Borgo dei mille Gradini, pittoresco nucleo a lago, stretto attorno al castello.
Si attraversa la rotabile per una breve quanto consigliabile visita al borgo medievale con le gradinate intagliate nella roccia che scendono a lago, le ville patrizie e lo splendido belvedere sul lago. Il castello-recinto è privato (visitabile solo in particolari occasioni), ma si può visitare la chiesa di S. Tommaso di Canterbury con gli antichi affreschi e vedere le grandi arche degli Andreani. Traversando di nuovo la rotabile e dopo averla seguita per breve tratto si rimonta a destra sulla vecchia e parallela mulattiera (Via Maronasso) che raggiunge subito la cappella della famiglia Andreani-Sormani, decorata da una Crocifissione, opera di G.B. Sertorio (1837).
Restando sempre in costa, a breve altezza sulla sponda del lago, la mulattiera si dirige, attraversata la cascina de il Guasto, lungo Via Panico, al villaggio omonimo (alt. 305); sono poche villette raggiunte da una strada (Via Pertini). Nulla in confronto alla bellezza di Mandonico che si raggiungerà fra poco.