Aggirato il Dosso Croce (alt. 309), la strada della Scalotta si affaccia alla Valtellina e scende di quota: passa il vallone dell’Acqua della Piodella e avvicina nuclei rurali di Piantedo, molti dei quali ristrutturati. Nella Bassa Valtellina, le case contadine erano disposte attorno a corti, ovvero ‘culundei’, dove prospettavano stalle e fienili. Erano lo spazio comunitario di più famiglie per svolgere mansioni collettive, quali l’essicazione del fiano o la trebbiatura del grano. La dimora aveva una facciata a loggiati profondi e serviti fra loro da una scala che collegava tutti i piani. La struttura in legno delle balconate era arricchita da montanti e listoni orizzontali sui quali si fissavano le pannocchie. La distribuzione dei locali vedeva a piano terra la cucina; al primo e al secondo piano le camere, al terzo un fasto difenile-granaio.
Seguendo via Cavour ci si mantiene a una certa altezza sul fondovalle, toccando nuclei ben conservati, come Piganzoli e Ca’ di Pinoli. Si calcano stradelle e sentieri usati un tempo per i valloni che scendono dal versante, con facili passaggio a guado.
Dopo buon tratto si giunge ai mulini di Piantedo (alt. 330), senza passare a guado il rio, si scende a sinistra il pendio e fra altri edifici in abbandono si arriva al ponticello sul torrente Madriasco.
Ora si entra nel territorio di Delebio presso le case Tavani (alt. 261).
Attraversando le case Tavani (alt. 230) sui torna su un sentiero che, di nuovo, si inerpica sulla pendice nel fitto bosco e fra valloni traversati a guado, saltuariamente percorsi da rivoli d’acqua. La zona è frequentata dai caprioli. Le radure prodotte dal taglio del legno concedono vedute sul fondovalle e sul Piano di Spagna. Si previene a un primo culmine a quota 371, quando il sentiero incontra una strada consorziale che si segue verso valle.
Accostata un’area di sosta, si lascia la strada per rimontare a destra la pendice: salita lieve che si stempera a mezza costa fra castagni sempre più imponenti. L’esemplare più vetusto, segnalato, si trova presso la deviazione a destra per Nogaredo.
Il sentiero sale alla volta di Nogaredo (alt. 291) e dalla sua splendida radura prativa, lodevolmente mantenuta dal proprietar4io. Un terrazzo bordato da un muretto in pietra, un enorme castagno, tra rustici, una fontana, un prato e un panorama sono l’ideale per una meritata sosta. Poi si riprende iol cammino intercettando la strada carrabile che scende a Delebio. Si tratta di un’opera stradale esemplare, perfettamente selciata e a pendenza costante. Approvvigionava le postazioni militari del M. Legnone a oltre 2000 metri d’altezza e fu realizzata durante la Prima guerra mondiale.